Messa alla prova per adulti: come funziona? Come evitare la condanna? Quali sono i vantaggi?
Messa alla prova per adulti: come funziona? Quali sono i vantaggi? Come evito la condanna penale? Leggi l’articolo per trovare le risposte a queste domande.
Grazie alla messa alla prova per gli adulti puoi evitare il processo e la condanna. Ti basterà accettare di svolgere, per un periodo massimo di due anni, i lavori socialmente utili.
Pertanto, se non hai modo di dimostrare la tua innocenza, oppure non hai i mezzi per sostenere un processo, la messa alla prova è la strada migliore per evitare un precedente penale.
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Che cosa è la messa alla prova per gli adulti?
La messa alla prova per gli adulti1è un procedimento grazie al quale, l’imputato evita il processo e la condanna, ed accetta di svolgere dei lavori socialmente utili, al fine di arrivare ad una pronuncia di proscioglimento per estinzione del reato.
Inoltre, grazie alla messa alla prova per adulti, sul casellario giudiziale non verrà iscritta nessuna condanna e la tua fedina penale resterà pulita e senza precedenti penali.
Quali sono le condizioni per chiedere la messa alla prova?
Il reato oggetto della contestazione deve avere una pena detentiva fino a quattro anni, oppure deve essere un reato il cui procedimento inizia con la citazione diretta a giudizio2.
Nel computo della pena detentiva massima non ci calcolano le circostanze aggravanti, anche se ad effetto speciale.
Dunque, sarà sufficiente leggere la pena edittale massima, senza tenere conto della circostanze aggravanti3.
Altresì, è indifferente la procedibilità di ufficio o a querela di parte del reato contestato: in entrambi i casi si può chiedere la messa alla prova.
I precedenti penali sono ostativi?
No, anche in presenza di precedenti penali è possibile chiedere la messa alla prova per gli adulti.
È ovvio che in presenza di precedenti penali sarà più difficile ottenere l’ammissione da parte del giudice.
Non potranno, invece, chiedere la messa alla prova coloro che sono stati dichiarati delinquenti abituali o per tendenza4.
Quante volte è possibile chiedere la sospensione del processo per la messa alla prova?
La sospensione del processo per la messa alla prova si può chiedere UNA SOLA VOLTA nella vita5.
Sì, hai capito bene, nell’arco di un’intera vita la messa alla prova si può chiedere un’unica volta.
Per tale motivo, è un beneficio che va chiesto con molta attenzione, mettendo in preventivo che non potrà essere ottenuto nuovamente in futuro.
Devo risarcire il danno alla persona offesa? Posso ottenere la messa alla prova senza risarcire il danno?
Il risarcimento del danno non è una condizione di procedibilità per la messa alla prova, tuttavia è obbligo del giudice sentire la persona offesa6.
In tale udienza, la vittima del reato, a prescindere dalla costituzione di parte civile, potrà decidere se presenziare e manifestare la propria volontà, che sarà importante ma non vincolante per il giudice.
Oppure, la persona offesa, potrà decidere di non partecipare e in questo caso toccherà al giudice dare un significato a tale condotta.
In alcune ipotesi, l’assenza della persona offesa è stata letta come disinteresse alla vicenda giudiziaria.
In altre occasioni, invece, il giudice ha chiesto esplicitamente che la persona offesa fosse contattata al fine di manifestare, anche fuori udienza, la propria volontà in relazione alla richiesta di messa alla prova.
In teoria, dunque, anche senza risarcire la persona offesa, è possibile chiedere e ottenere l’ammissione alla messa alla prova per gli adulti.
Tuttavia, è consigliabile risarcire la persona offesa al fine di aiutare il giudice nell’ammissione dell’imputato alla messa alla prova.
Nel caso in cui la pretesa della vittima del reato sia troppo lontana dalle possibilità economiche dell’imputato o eccessiva rispetto alla gravità del fatto-reato, è data la possibilità all’imputato di offrire alla persona offesa una determinata somma di denaro attraverso l’offerta reale prevista dal codice civile.
L’imputato grazie all’istituto giuridico dell’offerta reale7 potrà dare prova al giudice della volontà di risarcire il danno, a prescindere dall’accettazione del risarcimento da parte della vittima del reato.
Come si quantifica il risarcimento del danno nei casi di messa alla prova?
Non c’è un regola o un parametro matematico per il calcolo del risarcimento da offrire alla persona offesa.
Il punto di partenza è sempre la valutazione del fatto-reato.
È ovvio che sarà più facile valutare il danno nei reati contro il patrimonio, poiché in questo caso c’è una riferimento economico di partenza agevolmente individuabile.
Ad esempio, se il reato contestato è un furto8, la base di partenza del risarcimento sarà il valore economico dell’oggetto sottratto, al quale potrà essere aggiunta un’ulteriore somma a titolo di risarcimento dei danni morali patiti dalla vittima.
Il discorso si complica, invece, quando il reato commesso è relativo a beni non patrimoniali, come la reputazione, il prestigio o il decoro.
Ad esempio, per il delitto di diffamazione9 sarà più complesso quantificare un risarcimento congruo, poiché è una valutazione estremamente soggettiva che potrà cambiare in relazione alla vittima del reato.
In ogni caso, come accennato nel precedente paragrafo, per superare le eventuali pretese “sproporzionate” della vittima del reato, l’imputato potrà offrire alla persona offesa la somma che può effettivamente versare.
Posso pagare a rate il risarcimento del danno alla vittima del reato?
Sì, ma anche in questo caso dipende sempre dalla volontà della vittima del reato.
Se la persona offesa è d’accordo per un pagamento rateale, non ci saranno difficoltà a inserire la corresponsione rateale del risarcimento nel programma della messa alla prova.
Se al contrario la vittima del reato non è intenzionata ad accettare un pagamento rateale, non ci sono strumenti giuridici per obbligarla e si potrà solo rappresentare tale problema al giudice, lasciando così a quest’ultimo la valutazione sull’accoglimento del pagamento rateale del risarcimento.
Nel caso in cui il giudice dovesse disporre la rateizzazione del risarcimento del danno, sarà dovere dell’imputato onorare il debito nei tempi e con le modalità stabilite dal giudicante.
In caso contrario, all’esito dell’udienza finale il giudice potrà solo prendere atto che non sono state rispettate le condizioni della messa alla prova e dichiarare l’esito negativo della sospensione10.
Cosa accade se la vittima del reato non accetta il risarcimento per la messa alla prova?
Come meglio spiegato sopra, il parere della vittima del reato è importante ma non vincolante per il giudice.
La vittima del reato sarà libera di non accettare l’eventuale risarcimento offerto dall’imputato, oppure di non ritenere congrue le solo scuse dell’imputato.
In questo caso, sarà il giudice a valutare la condotta dell’imputato e decidere se accogliere o meno la richiesta di messa alla prova.
In caso di accoglimento della messa alla prova in assenza di risarcimento, la persona offesa potrà agire in sede civile per ottenere il risarcimento del danno.
Quando si può chiedere la messa alla prova per gli adulti?
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Durante le indagini preliminari
Si inoltra la domanda al giudice per le indagini preliminari, quest’ultimo chiede al pubblico ministero il parere.
Se il parere del pubblico ministero è positivo, verrà fissata l’udienza per decidere sull’ammissione alla messa alla prova per gli adulti.
In caso di rifiuto del pubblico ministero, sarà comunque possibile chiedere la messa alla prova sino all’apertura del dibattimento.
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Decreto penale di condanna
La richiesta di messa per gli adulti alla prova deve essere chiesta nell’opposizione al decreto penale di condanna.
In questo caso, si hanno solo 15 giorni per decidere cosa fare.
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Giudizio a citazione diretta
La messa alla prova per gli adulti deve essere chiesta prima dell’apertura del dibattimento.
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Procedimenti con udienza preliminare
La messa alla prova per gli adulti deve essere chiesta prima delle conclusioni.
Come trovo un ente dove svolgere la messa alla prova per gli adulti?
Sul sito di alcuni tribunali sono indicati gli enti convenzionati. Ti consiglio di rivolgerti esclusivamente a tali enti, poiché quelli privi di convenzione, a volte, non sono accettati.
Se, invece, il tuo processo penale si svolge in un tribunale di lontano dalla tua abitazione (ad esempio il processo si svolge a Roma e tu vivi a Napoli), allora potrai cercare un ente più vicino alla tua abitazione. Inoltre, dovrai rivolgerti all’Ufficio per l’esecuzione penale esterna (U.E.P.E.) del tuo territorio e non alla U.E.P.E. di dove si svolgerà il processo.
Muoviti per tempo, la ricerca non è tanto facile.
Per esperienza professionale, mi sono trovato bene con l’onlus “Liberi di Volare”
Tuttavia, non sempre hanno disponibilità, ecco che occorre muoversi con molto anticipo.
L’istanza di programma all’Ufficio per l’esecuzione penale esterna (U.E.P.E.)
Dopo che hai ottenuto la disponibilità dell’ente, occorre rivolgersi all’Ufficio per l’esecuzione penale esterna (U.E.P.E.) del tuo territorio.
Dovrai depositare l’istanza di programma di trattamento con messa alla prova per gli adulti (che ti allego).
In tale istanza, dovrai indicare l’ente che ha dato la disponibilità e l’autorità giudiziaria competente.
La U.E.P.E. ti rilascerà una ricevuta, conservala con molta attenzione.
L’istanza può essere depositata anche dal tuo avvocato tramite posta elettronica certificata, in questo caso innanzi al giudice farà fede la ricevuta di accettazione e consegna della posta elettronica certificata.
La prima udienza di smistamento per la messa alla prova
Dopo aver depositato l’istanza di programma alla U.E.P.E. e aver ottenuto la ricevuta del deposito, dovrai attendere il giorno dell’udienza in tribunale.
In tale udienza il giudice valuterà i soli requisiti formali per la richiesta di messa alla prova.
In poche parole, non deciderà se accogliere o meno la tua richiesta di sospensione del processo per la messa alla prova, ma valuterà solo se la tua richiesta è formalmente ammissibile.
Ad esempio, il giudice osserverà se il reato che ti viene contestato è compatibile con la messa alla prova, oppure se l’istanza è stata depositata nei tempi e con le modalità previste dalla legge.
Lo scopo di questo filtro preliminare è quello di evitare alla U.E.P.E. la redazione di programmi di lavoro per istanze che verranno successivamente rigettate per motivi di forma.
A seguito di tale prassi procedurale gli uffici della U.E.P.E. non redigono i programmi sino a quando non ricevo l’ordinanza del giudice che dichiara la sussistenza dei requisiti formali per la messa alla prova.
Ad ogni modo, superato questo vaglio procedurale, il giudice ti autorizzerà a chiedere alla U.E.P.E. la redazione del programma di lavoro.
La redazione del programma con la U.E.P.E.
A seguito dell’ordinanza del giudice con la quale ti autorizza a chiedere la redazione del programma alla U.E.P.E., sarai contattato da quest’ultima al fine di conoscere le tue abitudini di vita e concordare una programma compatibile con il tuo lavoro e il tuo stile di vita.
Qualora tale primo contatto non dovesse avvenire tempestivamente, ti consiglio di contattare la U.E.P.E. e inviare l’ordinanza del giudice, così da sollecitare la fissazione dell’incontro e la redazione del programma di lavoro.
Il programma (di cui ti allego un esempio) sarà inviato al Tribunale competente (in caso contrario, dai il programma al tuo avvocato e ci penserà quest’ultimo a depositarlo in cancelleria).
Il giorno dell’udienza per la decisione della messa alla prova
Dopo al redazione del programma arriverà il giorno dell’udienza in cui il giudice deciderà sulla richiesta di messa alla prova.
In udienza il tuo avvocato depositerà l’istanza di messa alla prova per gli adulti, con allegata la ricevuta della U.E.P.E. e, soprattutto, il programma redatto.
La persona offesa sarà invitata a partecipare all’udienza, tuttavia non è obbligata a presenziare.
All’esito dell’udienza, il giudice si riserverà e dopo qualche giorno verrà emesso il provvedimento di ammissione o rigetto della messa alla prova.
In particolare modo, il giudice dovrà indicare la durata della messa alla prova e fissare la successiva udienza nella quale valutare l’esito positivo o negativo della messa alla prova.
Ricorda che il giudice ha il potere di integrare o modificare il programma della U.E.P.E., ad esempio rendendolo più impegnativo e indicando un numero maggiore di ore di lavoro.
Quando dura la messa alla prova per adulti?
La legge indica esclusivamente la durata massima della messa alla prova11:
- due anni per i reati per i quali è prevista una pena detentiva, sola, congiunta o alternativa alla pena pecuniaria;
- un anno per i reati i quali è prevista la sola pena pecuniaria.
Entro tale limiti sarà il giudice decidere la durata della sospensione del processo per la messa alla prova e gli effettivi giorni di lavoro e ore che dovrà svolgere l’imputato.
Alcuni tribunali di Italia, come quello di Firenze, al fine di evitare disparità di trattamento tra gli imputati, hanno individuato dei criteri da seguire per la commisurazione della durata della messa alla prova.
I criteri del Tribunale di Firenze per la durata della messa alla prova
Il Tribunale di Firenze ha adottato i seguenti criteri per quantificare la durata della messa alla prova per gli adulti:
Contravvenzioni penali punite con
- la sola pena dell’ammenda = messa alla prova sino a un mese;
- la pena alternativa o congiunta o delitti punti con la pena della sola multa = messa alla prova sino a tre mesi.
Delitti penali puniti con la della reclusione
- non superiore a 2 anni = messa alla prova sino a sei mesi;
- da 2 a 3 anni = messa alla prova da sei ad otto mesi;
- 3 a 4 anni = messa alla prova da otto a dodici mesi;
- superiore a 4 anni (ipotesi di citazione diretta a giudizio) = messa alla prova da dodici a diciotto mesi.
Il massimo di durata della messa alla prova è stato individuato in diciotto mesi a fronte di una previsione di legge di ventiquattro.
Ciò al fine di mantenere la possibilità di proroga da parte del giudice ove necessario, così come previsto.
L’inizio dell’attività di volontariato
Una volta iniziata la messa alla prova, dovrai diligentemente attenerti al programma e rispettare le prescrizioni.
Il tuo comportamento sarà monitorato dalla U.E.P.E.
All’esito del periodo stabilito dal giudice, verrà inviata in cancelleria la relazione finale avente ad oggetto il tuo comportamento.
L’udienza conclusiva per la messa alla prova
Il giudice nell’udienza camerale conclusiva, sulla scorta della redazione ricevuta dalla U.E.P.E., valuterà il tuo comportamento e ascolterà il pubblico ministero e il tuo avvocato.
Se tutto è andato bene, verrà emessa una sentenza di proscioglimento che dichiarerà “il non luogo a procedere, in quanto il reato è estinto per il positivo esito della messa alla prova per gli adulti”
In caso negativo, invece, il procedimento andrà avanti e dovrai affrontare il processo.
Messa alla prova e casellario
La sentenza che dichiara estinto il reato non sarà visibile sul casellario ad uso dei privati12.
Nel casellario richiesto dalla pubblica amministrazione sarà, invece, annotato il procedimento di messa alla prova.
In ogni caso, tale annotazione non è un precedente penale ed è finalizzata esclusivamente ad avere traccia dello stesso.
Lo scopo di tale annotazione è quello di evitare che un soggetto possa chiedere la messa alla prova più di una volta.
Qual è la differenza tra la messa alla prova e l’affidamento ai servizi sociali?
Nonostante tali istituti abbiano nomi simili, sono strumenti giuridici completamente diversi tra di loro.
Come spiegato nell’articolo, con la messa alla prova il processo penale si sospende e, in caso di esito positivo, non verrà pronunciata nessuna sentenza di condanna.
Dunque, con la messa alla prova si chiede prima della condanna la sospensione del processo.
Al contrario, l’affidamento in prova ai servizi sociali 13 è una misura alternativa alla detenzione, la quale presuppone l’irrogazione di una condanna definitiva.
Attraverso l’affidamento in prova ai servizi sociali, il colpevole, dopo aver ricevuto una condanna definitiva, può evitare la detenzione in carcere.
Pertanto, con l’affidamento in prova ai servizi sociali si può solo evitare la detenzione in carcere, ma non la condanna.
Conclusioni
Grazie alla messa alla prova per gli adulti puoi evitare il processo e la condanna. Ti basterà accettare di svolgere per un periodo massimo di due anni, dei lavori socialmente utili.
Pertanto, se non hai modo di dimostrare la tua innocenza, oppure non hai i mezzi per sostenere un processo, la messa alla prova è la strada migliore per evitare un precedente penale.
Iscritto dal gennaio 2015 all’ordine degli avvocati di napoli.
Appassionato di nuove tecnologie e di tutto ciò che gravita intorno al diritto penale.
Note
- Art. 168 bis e seguenti del Codice Penale ed art. 464 bis e seguenti del Codice di Procedura Penale
- Art. 550, comma II, del Codice di Procedura Penale
- Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza n. 36272 del 1 settembre 2016
- Art. 168 bis, comma V, del Codice Penale
- Art. 168 bis, comma IV, del Codice Penale
- Art. 464 quater del Codice di Procedura Penale
- Art. 1209 del Codice Civile
- Art. 624 del Codice Penale
- Art. 595 del Codice Penale
- Art. 464 septies, comma II, del Codice di Procedura Penale
- Art. 464 quater, comma V, del Codice di Procedura Penale
- Corte Costituzionale, sentenza n. 231 del 2018
- Art. 47, legge 26 luglio 1975, n. 354
Buonasera avvocato, sono dipendente di una P.A. e sto valutando se evitare tramite messa alla prova un processo penale aperto a mio carico per fatti assolutamente non inerenti il mio lavoro e commessi al di fuori dello stesso, nei confronti di persone che non sono miei colleghi ne’ sono anche potenzialmente coinvolti nelle attivita’ e nelle decisioni del mio ufficio. Vorrei chiedere se, poiché l’UEPE deve venire a conoscenza del mio lavoro per valutare la congruità del programma di trattamento con gli impegni lavorativi, c’e’ la possibilita’ che la circostanza venga conunicata al mio Ufficio (finora ignaro di una querela… Leggi il resto »
La teoria dice che il p.m. ha l’obbligo di comunicare l’esercizio dell’azionale penale, nella pratica non ho mai visto questa comunicazione ed ho trattato casi di dipendenti pubblici che hanno chiesto la messa alla prova.
Ringrazio per la chiara e praticamente immediata risposta, che mi permette di essere ancora più convinto della scelta che sto facendo. Cordiali Saluti
Buongiorno avvocato. Nelle cause di lavoro, per quanto riguarda il danno differenziale in sede civile, cosa accade se il datore di lavoro muore prima del estinzione del reato in caso di richiesta di messa alla prova? La compagnia assicurativa dell’azienda potrebbe avere qualche vantaggio? Potrebbe non risarcire il lavoratore che ha avuto un infortunio? La ringrazio per la risposta
Salve, il Suo quesito è complesso (tocca sia il diritto penale che il diritto civile) e non può essere trattato in questa sede. Qualora fosse interessato può valutare una consulenza personalizzata:
https://studiolegalepappa.com/consulenza-legale-penale-online/
Buongiorno avvocato. Cosa succede se durante il periodo di messa alla prova si ravvisa la necessità di cambiare regione di residenza? Ed è eventualmente possibile interrompere il programma ad es. per una settimana di vacanza con la famiglia?
Meglio non interrompere il programma salvo che non siano esigenze importanti e inevitabili. Le vacanze non sono un’esigenza importante. Ad esempio, la salute sì. Ovviamente occorre notiziare il giudice e la uepe assegnata.
Grazie per la cortese e solerte risposta. Le rinnovo, quando avrà la possibilità di rispondere, l’altro quesito: che succede se per esigenze di lavoro (es. trasferimento di ufficio per progressione di carriera) è necessario traferirsi in un’altra regione.
Occorre chiedere al giudice e alla uepe una variazione del programma e del luogo dove svolgere i lavori di pubblica utilità.
Perfetto la ringrazio ancora
Buongiorno avvocato. Sono un docente e sono stato accusato da alcuni allievi e mi hanno contestato violenza privata. Se scegliessi la strada della messa alla prova riuscirei a tutelare il mio posto di lavoro?
Si, è l’unica opzione che ha per ridurre i danni (oltre all’assoluzione). Se vuole approfondire la questione può scrivermi in privato al seguente indirizzo: giuseppepappa@hotmail.com
Salve in seguito a un un’incidente mi e stata concessa la messa in prova per 5 mesi. E possibile chiedere che si trasformi in multa in quanto sono incinta di 11 settimane. Grazie.
No, o a almeno non in questi termini.
Può chiedere la revoca della messa alla prova, tuttavia occorre studiare gli atti e approfondire la Sua posizione.
Le consiglio di confrontarsi con il Suo avvocato.
Buongiorno avvocato mio figlio dal pubblico ministero ha avuto la messa alla prova .essendo invalido .non può lavorare più di 4 ore .giornaliere a settembre ci sarà la condanna cosa rischia ? Grazie
Signora senza gli atti è impossibile rispondere a questa domanda. Solo il suo avvocato può aiutarla. Se, invece, è interessata ad una consulenza penale può consultare questo link: https://studiolegalepappa.com/consulenza-legale-penale-online/
E’ impossibile rispondere a questa domanda senza conoscere gli atti. Se è interessato ad una consulenza personalizzata può consultare questo link: https://studiolegalepappa.com/consulenza-legale-penale-online/
Buonasera avvocato, volevo fare una domanda sono stato querelato per furto aggravato per aver portato in macchina una persona ,che introducendo delle taniche vuote ha poi rubato gasolio.
Io non ho partecipato al furto ma ho solo accompagnato, ripreso dalle telecamere si capisce benissimo chi ci ha pensato andando poi con la propria auto a prendere la refurtiva ,tutto questo sul posto di lavoro.
Domanda con la messa alla prova e con esito positivo posso essere licenziato?
Grazie
Per rispondere al Suo quesito ho necessità di conoscere esattamente il Suo lavoro e, qualora lavorasse nel settore pubblico, devo conoscere precisamente la mansione svolta.
Per una consulenza personalizzata può consultare questo link:
https://studiolegalepappa.com/consulenza-legale-penale-online/
Buongiorno avvocato, la richiesta alla messa alla prova può essere considerata una ammissione di colpa? grazie
Sotto il profilo penale non è una condanna, tuttavia sotto il profilo civile apre le porte al risarcimento del danno.
Pertanto, a mio avviso, è una sostanziale ammissione di colpevolezza.
Posso svolgere la messa alla prova anche se sono disoccupata o non riesco a trovare un lavoro al momento pur lo stia cercando?! In sostituzione al lavoro potrei iscrivermi a un corso di studi privato in un Accademia? Sarebbe considerato uguale? Grazie
Certo che può chiederla, la messa alla prova non è legata al lavoro svolto. In merito alle modalità con cui svolgere la messa alla prova, è consigliabile una onlus e non un corso di studi.
Ill. Avvocato nel mese di gennaio, in seguito ad un tamponamento e al mio rifiuto di sottopormi ad etilometro, nonchè ai prelievi presso la struttura ospedaliera territorialmente competente) ho subito da parte della QUESTURA il ritiro della Patente di guida per 3 mesi, con l’obbligo di sottopormi alla scadenza del termine, a visita medica presso la Commissione Medica Locale. Ho già superato con esito positivo la prime 2 revisioni e la Patente mi è stata restituita. Nel frattempo, nel mese di Settembre mi viene notificata una sentenza della PROCURA che: mi condanna al pagamento di Euro 7.500,00 di ammenda (o… Leggi il resto »
La sospensione ricevuta all’inizio e l’attuale permesso a circolare, sono provvedimenti cautelari e per loro natura temporanei
Il decreto penale di condanna ricevuto, invece, è una proposta di condanna definitiva, contro la quale può proporre opposizione. La questione è complessa, Le consiglio di farsi seguire da un legale per ridurre al minimo le conseguenze negative del processo penale. Le ricordo che ha soli 15 giorni di tempo per decidere cosa fare con il decreto penale di condanna.